Svolto il Congresso Regionale a Lamezia Terme
Si è tenuta l’assemblea elettiva dei nuovi organismi dell’Arci Calabria alla presenza della presidente nazionale Francesca Chiavacci e di Angela Robbe, assessore regionale al Lavoro e al Welfare. L’assemblea ha indicato Giuseppe Apostoliti come nuovo presidente regionale, ‘l’uomo giusto’ per raccogliere le sfide politiche e sociali che l’Arci Calabria ha posto al centro del proprio congresso regionale. Oltre al presidente Giuseppe Apostoliti, sono stati eletti nel consiglio regionale Daniele Grande, Davide Grilletto, Giuseppe Fanti, Giuseppina Palmenta, Francesco Perri, Alessandra Basso, Filippo Sestito, Ivan Falvo D’Urso, Gennaro Di Cello, Anna Faga, Maria Rosa Vuono, Amalia Iantorno.
I lavori dell’assemblea sono stati aperti dal presidente uscente Gennaro Di Cello, che ha illustrato il lavoro svolto dall’Arci sul territorio nei vari ambiti d’intervento (ambiente, cultura, accoglienza, antimafia sociale, nuovi stili di vita, finanza etica), indicando le nuove importanti sfide che l’associazione ha posto alla base del nuovo sviluppo associativo.
Hanno partecipato all’assemblea i rappresentanti territoriali provinciali e dei circoli Arci della regione, che hanno portato un contributo di idee e progetti per il rilancio della partecipazione democratica in Calabria.
Molti gli interventi che si sono susseguiti, caratterizzati da un comune filo conduttore, ovvero ‘una nuova primavera’ per un’ulteriore e necessaria crescita dell’associazione con l’obiettivo precipuo di affrontare le sfide di inclusione e giustizia sociale dei nostri tempi.
L’Arci – recita un comunicato – dovrà operare all’unisono, con una grande capacità di costruire azioni territoriali armonizzate e di vera rappresentanza dei bisogni dei cittadini e delle comunità. Per fortificare tale istanza è stato redatto un documento a firma congiunta dei dirigenti regionali nel quale si afferma: «La persistente incertezza politico-istituzionale che caratterizza questa fase storica, riflette un sentimento di precarietà e di smarrimento che la società civile fatica a superare e che contribuisce in modo deleterio ad acuire le distanze che separano i cittadini dalle organizzazioni di rappresentanza, in primis i partiti politici. Il rischio, tuttavia, riguarda anche i corpi intermedi, comprese le realtà associative e le organizzazioni del terzo settore che, in assenza di pratiche democratiche ed inclusive, vedono drasticamente ridotta la loro funzione sociale.
L’Arci, che nella sua azione politica, sociale e culturale ha sempre mirato alla pienezza della dimensione democratica con il coinvolgimento attivo della base associativa e delle comunità per la costruzione di un modello di sviluppo sociale basato sula tutela dei diritti e sul progresso civile, vuole contrastare le crescenti “paure” che paralizzano le comunità e che spingono verso pericolose derive estremiste e l’adozione di politiche repressive ed antidemocratiche».
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